Crimine Cibernetico e Sicurezza Informatica nel Villaggio Globale chiamato Internet in cui vive il Cyber Cittadino.

Viviamo in quello che il sociologo Marshall McLuhan, in riferimento alla profonda rivoluzione tecnologica e culturale provocata dall’avvento di Internet, ha definito “villaggio globale”, un luogo caratterizzato da un profondo nomadismo culturale e comunicativo.

Quando e come nasce Internet?

Sintetizzando la storia della sua genesi, Internet nasce negli anni del secondo dopoguerra, negli Stati Uniti d'America, al fine di creare una veloce rete di comunicazione, una piattaforma per l’immediata condivisione di progetti e studi tra i più importanti poli di ricerca, così da massimizzare lo sviluppo scientifico del paese.

Originariamente Internet era ARPANET. Nel 1969 infatti l'Agenzia ARPA (Advanced Research Projects Agency) crea la rete di computer denominata per l'appunto ARPANET. Lo scenario di fondo era quello della guerra fredda e ARPA viene creata nel 1958 per rafforzare la ricerca e lo sviluppo statunitense, all'indomani del lancio dello Sputnik (1957), evento che segna il sorpasso tecnologico dell'Unione Sovietica.

A lungo Internet è stato un mondo riservato, quasi protetto, dedicato agli addetti ai lavori: scienziati, studiosi e tecnici. L’Italia sì è collegata per la prima volta a Internet il 30 aprile 1986.

>> (Se vuoi approfondire la Storia di Internet ti suggerisco il video RAI "50 anni di Internet - Timeline" e l'articolo Wired "La vera storia di Internet") <<

L’ideazione però del linguaggio HTML e del protocollo di rete HTTP e il "progetto www" ad opera di Tim Berners-Lee, nei primi anni Novanta, presso il Cern di Ginevra, cambia drasticamente la situazione dando il via al web così come lo conosciamo oggi, ovvero uno spazio:

  • aperto
  • condiviso
  • nomade

L’uomo nomade contemporaneo viaggia infatti liberamente attraverso distanze sempre più ridotte dallo sviluppo delle tecnologie comunicative, in un territorio di conoscenze che si ibridano e intrecciano reciprocamente nutrendosi di testi, informazioni, messaggi ipertestuali, non sequenziali, inseriti in una trama di collegamenti che rimandano l’uno all’altro senza soluzione di continuità.

Uno spazio dove le interazioni sociali avvengono in maniera:

  • rapida
  • disordinata
  • e molto spesso casuale

Gli abitanti sono avvolti in un contesto iper-comunicativo che, costantemente e insistentemente, li bombarda con incessanti input e stimoli percettivi, costringendoli, letteralmente, alla comunicazione e a un continuo impegno interpretativo.

Tali caratteristiche ambientali raggiungono tratti iperbolici se si considera ciò che accade nell’universo Internet, regolato dalla logica, virtuale e virtuosa, del real time, del 4.0, e nutrito da nuvole d’applicazioni, blog, siti, social network, wiki, parole chiave, e-mail, open source, post, tweet, ipertesti, virus, cookies, virtual reality, hashtag, tag, link e condivisioni.

Sempre più, ci scopriamo “cyber cittadini” immersi in un ambiente popolato da avatar che vivono la loro (la nostra) “second life” nutrendosi di app, aggiornamenti di stato e foto profilo.

Il “cyber cittadino” vive un nuovo modo di esperire la realtà, una nuova percezione del tempo che può essere deformato al di là della comune percezione sensoriale:

  • il tempo può essere rallentato fino alla sua unità minimale (tecnologia slow motion)
  • o accelerato alterando la frequenza di cattura di ogni fotogramma (tecnologia time lapse).

Tutto ciò ha, ovviamente, conseguenze sull’immaginazione, il linguaggio e l’azione.
Un mondo glocale costituito da relazioni acquisite tramite strumenti di comunicazione, in tempo reale, ma senza esperienza diretta.

Il non-luogo Internet

Internet ha fondato le sue radici nell’autoregolamentazione, essendo uno spazio libero aperto accessibile e onnipresente, che può attraversare la competenza giuridico-territoriale di ogni stato sfuggendogli.

Per alcuni la Rete è anzi un "non-luogo":

“Se un luogo può definirsi come identitario relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico, definirà un non luogo. […] I non luoghi rappresentano
l’epoca: ne danno una misura quantificabile ricavata addizionando […] le vie aeree, ferroviarie, autostradali ,[…] gli aeroporti, le stazioni ferroviarie […] i grandi spazi commerciali, […] e infine, la complessa matassa di reti cablate o
senza fili che mobilitano lo spazio extraterrestre ai fini di una comunicazione così peculiare che spesso mette l’individuo in contatto solo con un’altra immagine di se stesso”. (Marc Augé).

Uno spazio che attraversa quindi confini naturali e politici sempre uguale a se stesso, permettendo la fruizione di servizi altrimenti inaccessibili, distanti migliaia di chilometri.

Divenendo sempre più reale questo spazio virtuale, necessita di regole, prassi e tutele che vanno oltre la classica competenza territoriale ed organizzazione giuridica statale.

Internet e Cybercrime

Con l’aumentare degli utenti connessi, il crescere delle applicazioni dei servizi offerti e delle interazioni sulla piattaforma, sono inevitabilmente aumentati gli episodi di utilizzo distorto (e criminale) della Rete, dando vita al fenomeno criminale informatico.

Insinuandosi tra le infinite contraddizioni o assolute lacune normative è cresciuto il crimine cibernetico.

Il legislatore nazionale e internazionale non è riuscito o non ha potuto colmare le tante zone d’ombra, per varie ragioni:

  • inizialmente non si era compresa la portata rivoluzionaria di questo strumento, visto come il “regno degli smanettoni” o poco più, una realtà economica e sociale marginale; non appena la sua reale capillare penetratività socio-economica è divenuta palese, era ormai tardi

  • le forze economiche libere da qualsivoglia vincolo lo avevano eletto a strumento prediletto, motore di una nuova economia. Il legislatore in netto ritardo, quindi, fatica nel dare delle regole rigide al costante flusso mutevole della rete, che ricordiamo essere uguale a se stessa in tutto il mondo, nonostante la sua continua mutazione e presenza in aree socio-giuridiche diversissime fra loro

Il cyberspazio: il più grande Mercato del Mondo

Internet è oggi il più grande mercato del mondo, il mercato dove tutte le merci:

  • transitano
  • vengono ordinate (ordini via mail delle aziende o acquisti dei privati tramite e-commerce)
  • pubblicizzate (pubblicità tramite spot, banner, mail di offerte, web marketing)
  • o addirittura create (servizi di creazione diretta del prodotto e del servizio)

Sulla Rete NON solo si genera Ricchezza, MA si gestisce Ricchezza
Avere il controllo dei flussi delle informazioni, dei dati, circolanti garantisce un vantaggio non soltanto economico ma anche strategico.

La proliferazione di veri e propri gruppi armati operanti sulla rete è favorita dall’enorme ritorno che si ha sia in termini economici che di potere, a fronte di minimi rischi. Il cyberspazio è stato incluso negli scenari in cui si combattono le guerre moderne, oltre agli storici aria, terra, acqua e spazio.

Si capisce quindi quanto sia doveroso, tanto per il privato cittadino quanto per l’azienda, fronteggiare i pericoli che si possono incontrare navigando nel mondo (ormai sempre meno) virtuale di Internet.
Spesso, parlando di crimine informatico si dimentica che per essere definito tale, cioè reato, un comportamento deve corrispondere ai parametri indicati dalla legge, pertanto è necessario conoscere cosa è definibile reato, nella sua accezione “classica”, tracciarne i contorni, per poterlo poi inquadrare come “reato informatico”.