Ci sono parole che vanno “in trend” per i social e per la nostra vita. Si sente spesso parlare di Economia Circolare, ma in pochi gli attribuiscono il giusto significato e la giusta connotazione.

Cerchiamo allora di comprendere e riflettere, oltre che sul significato delle parole, anche sulla loro effettiva applicazione alla nostra vita.

In maniera molto semplicistica possiamo concepire l’economia attuale come Economia Lineare (produci, consuma, scarta). Ad un certo punto però, una volta seppelliti da tonnellate di rifiuti e aver inquinato l’intero mondo in cui viviamo (che per inciso è una bolla chiusa!), ci siamo accorti che l'economia lineare non è più un modello sostenibile per il nostro futuro e abbiamo capito che serve un cambiamento importante.

Ecco che arriva l’Economia Circolare, ovvero la nostra collettiva crisi di coscienza, con cui cerchiamo di salvare il Titanic.

Sono troppo duro penserai. Ma non faccio che leggere libri che dagli anni '80 ad oggi parlando di una crisi del sistema che sta collassando e che necessita di urgenti cure. Erano gli anni '80 e ne sono passati 40 di anni per poter iniziare solo a pensare che il modello consumistico non sia sostenibile.

Superato questo momento di iper realismo proviamo a capire meglio di cosa si tratta.

Cos'è Economia Circolare?

Economia Circolare è l’insieme di tutte quelle attività che pensano (in generale) a chiudere dei cerchi di processo, ma non come un semplice “0”, piuttosto come una serie di attività che:

  • generano valore
  • non sprecano
  • riusano
  • riciclano
  • aumentano la consapevolezza
  • e ci rendono liberi

Questo ultimo punto è una mia personale rivisitazione perché sono convinto che le comunità abbiano bisogno di libertà, ma ne pareremo nei prossimi articoli.

L’economia circolare è più come la spirale di fibonacci o i disegni Paisley o come i disegni che la natura traccia sullo schema di crescita dei cavoli che noi mangiamo. La natura è circolare, anche se noi ci ostiniamo a ignorare questo concetto!

Economia Circolare: facciamo un esempio pratico

Compro dei pomodori (vado in auto al supermercato e consumo benzina) poi torno, butto l’imballo dei pomodori e li mangio buttandone via i semi e le bucce.
Oppure posso cambiare il circolo: prendo una cassetta di plastica e ci metto della terra dentro, per poi prendere dei semini o delle piante di pomodoro che farò crescere e dopo averle mangiate (senza aver preso l’auto e consumato benzina) posso estrarre i semi e piantare altre piantine di nuovo alla prossima stagione. Visto che i semi sono tanti potrei anche fare dei sacchettini da regalare agli amici con le istruzioni per fare l’orto sul balcone. Ho anche imparato a coltivare i pomodori e non usato diserbanti o sostanze chimiche. Ho creato valore per me e per gli altri.

Questo chiarisce il concetto di Valore Circolare Ricorsivo, ma come possiamo combattere contro le parole “in trend” che stanno diventando parte del lessico (improprio) di molte aziende?

Un consiglio per i naviganti e gli osservatori più attenti è quello di cercare di capire nella comunicazione dell’azienda cosa si intende per Economia Circolare con il miglior dettaglio possibile.
Ovvero iniziare subito a diffidare di due tipi di aziende:

  • quelle che dicono di fare economia circolare perché fanno la raccolta differenziata
  • quelle aziende che parlano di Economia circolare ma che si limitano a parlarne e non fanno azioni concrete di nessun tipo

Inizia qui il tuo percorso insieme a Villaggio Saggio per scoprire l’Economia Circolare con una lente speciale che nessuno utilizza, quella del buonsenso.

>> GUARDA l'intervista a Cristian Tava (Fondatore di Villaggio Saggio) su Dillo Facile Turismo <<