Raccolta delle informazioni e gestione consapevole del dato digitalizzato sono aspetti cruciali per fare impresa oggi.

Raffinerie e data-center si assomigliano
“I dati sono il nuovo petrolio” spiegò Tim Berners Lee a una conferenza TED nel 2009, ma solo ora si comincia a capire quanto è calzante la similitudine.

Come ha notato l'Economist, raffinerie e data-center si assomigliano non solo per la loro immagine di cattedrali tecnologiche dove si estrae valore da una materia prima grezza, ma soprattutto per la varietà dei settori che la loro produzione interessa. Così scrive in un suo articolo Guido Romeo pubblicato nella rivista Cybersicurezza del Sole24Ore.

Partiamo proprio da questa similitudine per affrontare un tema che per molti è scontato, ma che nella sua applicazione pratica spesso trova delle enormi lacune, soprattutto nelle realtà produttive medio-piccole, argomento ritenuto appannaggio delle sole multinazionali native-digitali: l'utilizzo del dato digitalizzato in azienda.

Come il petrolio le informazioni sono una fonte grezza, vanno raccolte filtrate ed elaborate per produrre energia. Per farlo in una economia di mercato completamente digitalizzata sono necessari strumenti e processi nuovi rispetto al passato, quando tutto era inchiostro su carta.

L'azienda per far suo il meccanismo di valorizzazione del dato, deve cambiare prospettiva, ricordando che da sempre le attività commerciali hanno svolto analisi delle informazioni (quindi dei dati) per ricerche di mercato, sviluppo nuovi prodotti, implementazione strategie e molto altro.

Il maneggio delle informazioni è quindi innato in un'azienda, è quotidianità per la PMI come per la multinazionale, tanto per il libero professionista quanto per i micro brand.
Tutto sta nell'adottare misure idonee alle proprie necessità, cioè trasformare migliorando i processi messi già in atto con una visione che sia rivolta all'integrazione degli strumenti digitali.

Mentre prima le ricerche di mercato si facevano di persona tramite gli agenti o in negozio chiedendo a clienti e fornitori, annusando il mercato, oggi si possono aggiungere efficacissimi questionari da far compilare on line, oppure analizzando i flussi sul proprio sito.

Il passaparola ormai non basta più, è necessario essere presenti on-line, sulle piattaforme, essere indicizzati su Google, inneschiamo la condivisione delle nostre pagine social. Altrimenti chi avesse sentito ben parlare di noi cercando un nostro indirizzo on line non lo troverebbe.

Le strategie che possono essere adottate sono moltissime, basta avere chiaro l'obiettivo.

La digitalizzazione altro non è che la creazione di un ambiente che favorisca lo sviluppo di processi efficaci ed efficienti attraverso l'utilizzo di strumenti tecnologici uniti alla classica piattaforma analogica.

Non è detto che tutto debba transitare attraverso gli strumenti digitali e che quindi debba essere virtualizzato, in quanto a essere digitalizzato deve essere solo ciò che da questa trasformazione acquisisce un beneficio in termini di tempo, costo ed efficienza.

Evitare rischi inutili: se anche la C.I.A. sbaglia...
Utilizzare strumenti non pienamente padroneggiati espone l'azienda a rischi evitabili.

Estremizzando (ma non troppo) è possibile fare l'esempio della scoperta di una base segreta americana in territorio nemico, incidente avvenuto pochi anni fa, da cui scaturirono alcune linee guida di sicurezza sull'uso degli strumenti digitali da parte del pentagono.

La piantina, i punti di accesso, all'improvviso è divenuto di pubblico dominio, è stato sufficiente che gli stessi 007 maestri nell'arte del nascondimento, cadessero nel tranello della quotidianità: durante le sessioni di allenamento pubblicarono risultati fisici, percorsi e cicli di allenamento in una delle più importanti piattaforme di condivisione sportiva, piattaforma aperta a tutti e di pubblico dominio.

Se sbagliano gli agenti della C.I.A. puoi sbagliare anche tu e i tuoi dipendenti e collaboratori!

Se una Fit-band è in grado di far saltare la copertura di una base sicura in territorio nemico, pensa quale potenziale dannoso abbia la password dell'account aziendale.

Ciò che quindi è fondamentale fare subito è incominciare a prendere sul serio la gestione della sicurezza informativa in azienda!